Mangi le prugne secche per la stitichezza? Ecco l’errore che fanno tutti e come usarle davvero

Le prugne secche sono uno dei rimedi naturali più diffusi contro la stitichezza. Il loro utilizzo come lassativo è noto da generazioni, grazie ai benefici riconosciuti dall’esperienza popolare e da numerosi studi scientifici. Tuttavia, molti commettono errori nel modo in cui vengono consumate, vanificando o riducendo l’efficacia del rimedio. Per sfruttare davvero il loro potenziale regolatore dell’intestino, è importante capire come funzionano, quale ruolo hanno fibre e sorbitolo, e qual è la modalità di assunzione più efficace.

Perché le prugne secche aiutano in caso di stitichezza

Le prugne secche devono la loro azione lassativa a una combinazione di fibre alimentari, sorbitolo (uno zucchero ad effetto osmotico) e composti fenolici come l’ossifenisatina. Le fibre contenute nel frutto – sia solubili che insolubili – aumentano il volume delle feci e ne favoriscono il passaggio attraverso il tratto digestivo, mentre il sorbitolo richiama acqua nell’intestino, ammorbidendo le feci e rendendo più agevole l’evacuazione. Gli acidi organici e altri zuccheri secondari presenti agiscono in sinergia per stimolare delicatamente la motilità intestinale e limitare la proliferazione di batteri patogeni.

Inoltre, le prugne secche sono particolarmente ricche di vitamine (come la K e alcune del gruppo B) e minerali (potassio, rame, magnesio), utili per il benessere generale dell’organismo. Oltre a ciò, studi recenti suggeriscono effetti antiossidanti e antinfiammatori con ripercussioni positive sulla salute delle ossa e sul rischio di osteoporosi nella donna in menopausa.

Non va sottovalutato però che un consumo eccessivo può provocare gonfiore, meteorismo e crampi addominali, proprio perché il sorbitolo e le fibre in grandi quantità possono esercitare un effetto troppo intenso sull’intestino.

L’errore più comune: mangiare le prugne secche “così come sono”

La maggior parte delle persone che utilizza le prugne secche come rimedio per la stitichezza commette un errore frequente: consumare il frutto secco senza alcuna preparazione, magari come semplice snack veloce in qualsiasi momento della giornata. Per quanto questo metodo possa talvolta funzionare – soprattutto in chi non presenta disturbi intestinali cronici – non è la procedura più efficace per stimolare la regolarità intestinale.

Le prugne secche, infatti, contengono fibre concentrate ma poca acqua – elemento indispensabile per permettere alle fibre stesse di rigonfiarsi, aumentare di volume e facilitare il transito delle feci nell’intestino. Se il frutto viene assunto senza il giusto apporto di liquidi, rischia di richiamare quel poco di acqua già presente nel colon, peggiorando la situazione o generando una sensazione di pesantezza. Il risultato? Spesso si ottiene un effetto opposto a quello sperato, con rischio di peggiorare la stipsi e causare fastidi.

Un altro errore diffuso è eccedere nelle quantità, pensando di risolvere velocemente il problema: invece, come indicano gli esperti, superare le 5-6 prugne secche al giorno può provocare effetti lassativi troppo marcati, con rischio di diarrea e dolori addominali specialmente nei soggetti più sensibili.

Come utilizzare davvero le prugne secche contro la stitichezza

Per ottenere il massimo beneficio, la modalità consigliata prevede di:

  • Mettere in ammollo le prugne secche in acqua a temperatura ambiente durante la notte (almeno 8 ore).
  • Consumare le prugne reidratate la mattina seguente, preferibilmente a digiuno.
  • Bere anche l’acqua in cui le prugne sono rimaste in ammollo: questa soluzione risulta arricchita di sostanze rilasciate dal frutto e massimizza l’effetto lassativo.
  • Mantieni il consumo abituale su 5-6 prugne secche al giorno (circa 40 grammi per un adulto), evitando eccessi.
  • Associa sempre un’adeguata idratazione quotidiana e, se necessario, integra con un’alimentazione ricca di frutta e verdura fresca.

Questa pratica ricrea le condizioni ottimali perché le fibre solubili presenti nelle prugne si rigonfino e si trasformino in un gel capace di agire in modo dolce ma efficace sull’intestino. Assumendo anche l’acqua d’ammollo, si sfruttano al massimo i principi attivi disciolti e si contribuisce all’apporto idrico necessario al corretto funzionamento delle fibre.

Alcuni specialisti suggeriscono, in caso di stitichezza ostinata, di unire le prugne secche in ammollo a semi di lino – anch’essi ricchi di mucillagini ad azione emolliente – per potenziare l’effetto lassativo.

Consigli e controindicazioni: quando prestare attenzione

Pur trattandosi di un alimento sicuro, l’uso delle prugne secche come lassativo richiede alcune precauzioni:

  • Chi soffre di diabete o deve controllare la quantità di zuccheri introdotti dovrebbe limitare il consumo, perché le prugne secche sono ricche di zuccheri naturali, inclusi fruttosio e sorbitolo.
  • Le persone con tendenza a sindrome del colon irritabile potrebbero riscontrare gonfiore o meteorismo; meglio iniziare con quantità ridotte e aumentare gradualmente.
  • In bambini piccoli o in chi ha patologie specifiche, chiedere sempre consiglio al medico prima di introdurre sistematicamente prugne secche nell’alimentazione.

Un altro aspetto importante è la qualità delle prugne: prediligi prodotti privi di conservanti aggiunti, e senza zuccheri raffinati. Alcuni tipi di prugne secche contengono zuccheri aggiunti o additivi che potrebbero ridurne i benefici e alterarne la tollerabilità.

Inoltre, ricorda che il rimedio funziona meglio se inserito in un contesto di vita sano, con attività fisica regolare, dieta equilibrata ricca di cereali integrali, frutta e verdura e una buona idratazione quotidiana.

In definitiva, le prugne secche possono essere alleate preziose nella gestione della stitichezza, purché vengano usate in modo corretto e consapevole. Ricordati di adottare la pratica dell’ammollo notturno e di prestare attenzione a quantità e possibili controindicazioni: solo così potrai sfruttare appieno tutte le proprietà di questo frutto dalle molteplici virtù.

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